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La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il cd. DDL Anticorruzione (Disegno di Legge n. 1189, “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici”).
La novità normativa prevede numerosi impatti in tema di responsabilità amministrativa degli enti ai sensi del d.lgs. n.231/2001.
Tra i reati presupposto individuati nell’art. 25 d.lgs. n. 231/2001 (“Concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità e corruzione”) viene incluso anche il delitto di traffico di influenze illecite, punito con la sanzione pecuniaria fino a 200 quote.
Inoltre, viene inasprita la durata delle sanzioni interdittive collegate ai reati previsti all’art. 25 d.lgs.n.231/2001: dai 4 ai 7 anni se a commettere il reato è un soggetto apicale e dai 2 ai 4 anni se è un sottoposto. Peraltro, se l’ente dimostri di essersi «efficacemente adoperato per evitare che l’attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori, per assicurare le prove dei reati e per l’individuazione dei responsabili ovvero per il sequestro delle somme o altre utilità trasferite e [abbia] eliminato le carenze organizzative che hanno determinato il reato mediante l’adozione e l’attuazione di modelli organizzativi idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi» prima della sentenza di primo grado, le sanzioni interdittive possono essere comminate per una durata non superiore a 2 anni.